Lembram do Silverdome, em Detroit? Há 20 anos o “estádio coberto” dos EUA foi um grande atrativo na partida Brasil x Suécia no Mundial de 1994.

Pois é… olha o que sobrou dele: se deteriorou! Acontecimentos esportivos, shows, encontros religiosos e outros atrativos não foram suficientes para capitalizá-lo. Virou um elefante branco em terra capitalista onde a promoção de eventos fala mais alto!

Se lá nos Estados Unidos aconteceu isso, imagine no pós-Copa brasileiro em Cuiabá, Manaus…

Olha ele:

Extraído de: http://www.gazzetta.it/Sport-Vari/Football-Americano/09-06-2014/mondiali-triste-fine-silverdome-romario-abbandono-80879285295.shtml

MONDIALI, LA TRISTE FINE DEL SILVERDOME: DA ROMARIO ALL’ABBANDONO

L’impianto di Detroit ospitò 4 gare di Usa ’94 (le prime coperte), oltre all’Nfl, l’Nba, concerti e una Messa del Papa. Oggi, dopo la crisi che ha messo in ginocchio la città, il tetto crolla, il campo è abbandonato, sedie e tabelloni vanno all’asta.

Il tetto in teflon, che lo aveva reso il più grande impianto coperto degli Stati Uniti, è ormai in gran parte crollato. Il campo, su cui correvano i ricevitori dei Detroit Lions, è pieno di detriti. Gli spalti, da cui decine di migliaia di persone avevano ammirato Isiah Thomas, vanno a pezzi. I corridoi, da cui Romario e Bebeto entravano in campo durante i Mondiali di Usa 94, sono allagati. Il Silverdome, stadio di Detroit, è abbandonato e in fase di disfacimento.

DA ROMARIO AL PAPA — Non è un impianto qualunque: qui si giocò la prima partita al coperto di un Mondiale, quello americano: Usa-Svizzera, della fase a gruppi. In quel torneo il glorioso Silverdome, nato nel 1975 e praticamente un’astronave, per i tempi, ospitò altri tre match: Svizzera-Romania, Svezia-Russia e Brasile-Svezia. Ma non fu una singola estate di gloria: lì giocavano regolarmente le franchigie di Detroit di Nfl (fino al 2001) e di Nba (i Pistons, fino al 1988). Ospitava concerti, eventi di wrestling e motoristici, e persino una messa del Papa, Giovanni Paolo II, con 93mila persone presenti. E l’impianto di Pontiac (sobborgo di Detroit), non è morto di vecchiaia: rimodernato più volte, era tuttora se non all’avanguardia, quasi. Si è spento per “crisi”, la crisi economica che ha colpito la città di Detroit più che ogni altra, in America. La ex-capitale dei motori Usa ha dimezzato la sua popolazione negli ultimi 50 anni, con un picco nell’ultimo decennio, quando interi quartieri sono rimasti disabitati, dopo il crollo dell’industria dell’automobile e la crisi dei mutui americani. La stessa città, nel 2013, ha dichiarato bancarotta.

SVALUTATION — E la storia del Silverdome, e la sua svalutazione, sono indicati da molti, negli Usa, come un simbolo del decadimento della città. La costruzione dello stadio coperto costò nel 1975 circa 55 milioni di dollari: una somma che rivalutata secondo gli indici, porta a oltre 250 milioni attuali. Il 2001 è l’inizio della fine. I Lions si trasferiscono a Ford Field, il Superdome resta senza un “impiego fisso”, limitandosi per anni a “lavori saltuari”, kermesse, spettacoli. Nel 2009 il magnate canadese di orgine greca Andreas Apostolopoulos lo compra all’asta per meno di 600mila dollari: una svalutazione (da 250 milioni) che va di pari passo con quella di molte case di Detroit e sobborghi. C’è un piano di rilancio, ma non funziona: ospita per un anno la squadra di Detroit di frisbee (sic), il Milan nel 2010 è una delle ultime squadre di calcio a calcarne il terreno, in una amichevole col Panathinaikos. Dopo il nulla: nel 2013 il Silverdome è definitivamente abbandonato, e inizia il decadimento che lo porta alle condizioni attuali.

ALL’ASTA — Oggi, tutte el strutture interne, quelle ancora salvabili, sono messe all’asta: prezzo di partenza 5 dollari, dalle sedie degli spalti fino al tabellone dei punteggi e lo zamboni. memorabilia in vendita su internet, inizio dello smembramento definitivo. ma anche l’asta ha qualche intoppo, al momento è stata rinviata. Restano le immagini di un “tempio storico” distrutto dalla furia degli elementi. Immagini da tenere bene presente, in giorni in cui molti stadi, in Brasile, vengono inaugurati con poche certezze sull’utilizzo futuro.